Può sembrare banale, ma una domanda che mi sono sentito rivolgere più volte è come abbiamo fatto a trovare gli oggetti che collezioniamo. Non è raro entrare in un museo e chiedersi come gli oggetti sono stati trovati e poi esposti, insomma si ritorna alla primitiva domanda; come si trova un tesoro.
Si perché di tesoro si tratta tutto ciò a cui sappiamo dare oltre che ad un valore venale anche un valore sentimentale, ogni singolo pezzo ha una storia dietro su come è stato trovato e restaurato. Mi piacerebbe oggi condividere con voi alcune considerazioni su come si diventa collezionista e come pian piano da un insieme di collezioni può nascere un museo.
Per alcuni tutto è cominciato fin da piccoli, nel mio caso quando da bambino sono stato portato nella caserma dei pompieri di Crema, e in quell’occasione, credo che vedendo la gioia negli occhi di bambino, alcune persone che reputo speciali mi hanno voluto donare un cappello, un dono semplice, un loro oggetto di vita quotidiana. Ma la potenza dei quel gesto, la possibilità di portare a casa un pezzo di passione per quel mestiere, è qualcosa di tangibile, ogni volta che lo hai nelle mani puoi sentire la passione, le emozioni quando parli di come ti è stato donato, rivivi la gioia del momento e la soddisfazione di chi è riuscito a strapparti un sorriso.
Quando si pensa a tutti questi oggetti, molti regalati negli anni da tutte quelle persone che cercano di incentivare al passione, a tenere duro, trovo normale credere che la passione venga consolidata e si crei un bisogno di incrementarla, magari all’inizio cercando di alimentare il semplice desiderio di possedere questi oggetti, con il tempo e con la maturità capisci che ogni cosa ha una sua storia e rappresenta soprattutto un pezzo di Storia, insomma sono testimoni di un epoca, di vicende tragiche e gloriose. Ecco quindi che con questa consapevolezza il desiderio muta in volontà di salvare e tramandare questi oggetti ad altri, si comprende queste storie merita di essere raccontate e come abbiamo sperimentato servono anche a chi del mestiere ignora la storia del suo lavoro.
Non sempre gli oggetti cadono giù dal cielo, voglio dire sono solo frutti di donazione, in particolare quando si comincia a collezionare c’è un momento in cui scopri di non essere l’unico collezionista, e che esistono luoghi e momenti in cui ritrovarsi per acquistare e scambiare le proprie collezioni.
All’inizio si va nei mercatini dell’usato e antiquariato, è il primo passo, nel nostro caso non è raro trovare tra banchi di mobilio d’epoca anche un casco od un distintivo, probabilmente erano di un pensionato che li aveva tenuti come ricordo. Questi mercatini possono essere la manna del collezionista, dato che spaziano su un vasto genere di oggetti i prezzi degli oggetti che ci interessano possono essere bassi, perché il venditore ignora il valore reale, per lo stesso motivo potremmo anche trovare un umile elmo del XX secolo venduto per il più raro copricapo di qualche generale napoleonico, e vi garantisco che è successo.
Il limite di questi mercatini è che non c’è garanzia di trovare sempre ciò che cerchiamo, i pezzi rari appunto sono rari e difficilmente si trovano nei banchetti dietro casa, così il collezionista inizia a frequentare le fiere specializzate in Militaria, la branca del collezionismo che copre anche il campo pompieristico.
Le fiere di militaria sono un oceano di materiale che va scandagliato con attenzione, tra i banchi puoi trovare il classico elmo Mispa usato negli anni ’80, venduto a pochi euro e al banco successivo lo stesso elmo venduto a cento. Insomma la possibilità di acquistare pezzi rari va di pari passo alla possibilità di essere spennati come polli.
Ci vuole cautela, non basta solo la passione a questo punto diventa necessario incrementare le conoscenze storiche e tecniche del proprio campo, questo vuol dire in parole povere, tanto studio; si passa maggior tempo sui libri, bisogna visionare centinaia, migliaia di fotografie d’epoca, anche gli amici collezionisti con grande esperienza diventano punto di riferimento e di scambio di opinioni.
Il passo successivo, dopo aver preso atto che non bastano le fiere di militaria per riempire al collezione si passa ai social network, nel nostro caso Ebay e a volte anche lo stesso Facebook.
Su Ebay basta digitare “vigili del fuoco” o “pompieri” e automaticamente verremo reindirizzati a tutti quegli oggetti che ci possono interessare, troveremo anche qui i classici elmi Mispa, sempre onnipresenti e venduti a prezzi non proprio omogenei, tenete presente che il classico elmo anni ’80 ha un valore vicino ai 20/30 euro dato che è stato prodotto in un numero di esemplari molto alto è facile trovarlo. Ma siamo su Ebay che è come la fiera di militaria e quindi i prezzi sono fatti sia dai professionisti che dalle persone ignoranti del settore e non è raro trovarlo in vendita a 160 euro (!). La comodità delle aste su internet è la vetrina che offrono agli oggetti, è molto facile controllare se ci sono oggetti nuovi e magari trovare una perla del collezionismo sottovalutata e venduta per pochi spiccioli.
Un alternativa a Ebay sono i siti di soli annunci come Subito.it, il pregio è la possibilità di contattare direttamente il venditore e concordare il prezzo senza il rischio di doversi aggiudicare un oggetto dopo una guerra al rilancio.
Un ultimo caso è Facebook, nell’ultimo anno ho personalmente sperimentato i “gruppi mercatino” che seguono le stesse dinamiche dei siti come Subito.it, il contatto diretto spesso aiuta anche l’aggregazione tra collezionisti e appassionati, si creano nuove amicizie e come un cerchio spesso si passa dal comprare un oggetto da una persona e poi si finisce per scambiare e infine ricevere in dono altre cose, tutto grazie alla condivisione della passione.
Ci sono molti aspetti di questo mondo di cui si potrebbe parlare, è veramente vasto e variegato, almeno adesso sapete quali sono i motivi e come si creano le nostre amate “collezioni”.
Rispondi